Edoardo Sant’Elia

La freccia e il cerchio: saperi a confronto

   La scintilla del progetto è scaturita da un aforisma di Marina Cvetaeva: “Il pensiero è una freccia. Il sentimento – un cerchio”. È partito tutto da qui, da questa sintesi estrema, fulminea, non casualmente la scheggia di una poetessa. Ho immaginato e rimuginato a lungo sulla freccia del pensiero che colpisce al cuore il cerchio del sentimento (o si perde in esso) e poi su questo dualismo dialettico ho costruito il percorso di un’annuale internazionale bilingue (italiano/inglese) di filosofia, letteratura, linguaggi, che in otto tappe volta a volta ruota attorno ad un duplice tema, altrettanto dialettico. La griglia così concepita va a comporre due quartine:

Automa/Anima
Memoria/Limite
Festa/Famiglia
Specchio/Maschera

Assenza/Voci
Destino/Numeri
Illusione/Indizio
Nemico/Scelta

   Griglia scandita dagli anni di uscita (2010-’21) e coniugata poeticamente ma con una valenza anche antropologica, che riflette l’evolversi della persona: dalle contraddizioni meccaniche e spirituali  del corpo (Automa/Anima) ai distinguo sottili della mente (Memoria/Limite), passando per le strettoie inevitabili della ritualità (Festa/Famiglia) e della socievolezza ambigua (Specchio/Maschera), condividendo poi le apprensioni dell’interiorità (Assenza/Voci) e le opposte tentazioni dell’astrazione (Destino/Numeri), per giungere quindi ai dubbi della maturità (Illusione/Indizio) ed infine, attraverso la contrapposizione anche dura con l’Altro, al riconoscimento di sé (Nemico/Scelta).

   Un piano dell’opera, dunque, definito nella sua interezza fin dalle origini, un preciso progetto a termine, come “il rosso e il nero”. Lì erano 16 i fascicoli previsti e realizzati, per un totale di circa 1500 pagine; sono viceversa 8, in tutto 2640 pagine, i volumi previsti e realizzati de “La freccia e il cerchio”. Ancora una volta una durata né eterna né legata all’estemporaneità, bensì opportunamente circoscritta per garantire pregnanza, capacità di incidere, legame pieno con la propria epoca. In entrambi i casi, poi, il titolo rimanda alla contrapposizione di elementi (rosso-nero, freccia-cerchio) che in certa misura si appartengono così come le tematiche delle due pubblicazioni, perché è vero che  “il rosso e il nero” era dedicato esclusivamente alla letteratura italiana contemporanea mentre “La freccia e il cerchio” descrive un orizzonte più vasto, ma questo secondo progetto rappresenta la naturale evoluzione del primo: da sempre, infatti, la letteratura è viva e incisiva proprio quando si nutre del rapporto con altri linguaggi, quando ha il coraggio di uscire dai propri confini per misurarsi con nuove risposte, con diverse esigenze.

   Risposte ed esigenze coniugate ne “La freccia e il cerchio” (classificata presso l’ANVUR, Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, nell’elenco delle riviste scientifiche di classe A) rigettando la chiusura delle varie discipline, l’estremo sussiego degli specialismi. In un panorama sempre più interconnesso, infatti, come applicarsi alla coltivazione del proprio orticello intellettuale senza tener conto dell’ambito complessivo in cui le conoscenze praticate vanno ad inserirsi? Senza valutare le spinte, i contraccolpi, le reciproche modifiche che i raggiungimenti nei vari campi comportano? La comparazione critica diviene allora indispensabile: i saperi, a ben guardare, non si ergono più come maestose cattedrali, ciascuna gremita dai fedeli di stretta appartenenza; ma possono configurarsi, piuttosto, come sentinelle mobili di un unico universo, sentinelle in grado di scambiare, volontariamente o involontariamente, sia dati che emozioni.

  Ne “La freccia e il cerchio”, quindi, saperi a confronto: dalla filosofia al fumetto, dalla letteratura di genere al cinema, dall’arte alla fisica, mettendo in campo anche diverse tecniche espressive, come il dialogo, il saggio analitico o narrativo, la riflessione in versi, il racconto per immagini. Una collana di volumi che costituisce la base scientifica e creativa, il preludio ragionato alla formazione di una nuova disciplina, Filosofia delle narrazioni contemporanee, sviluppata e approfondita sia attraverso la mia produzione saggistica sia in parallelo tramite specifici seminari e corsi universitari. Una disciplina che, coniugando gli strumenti della ragione accanto a quelli della passione e con il duplice filtro delle idee e delle storie, si propone di sciogliere – per riannodare – le trame intellettuali e sentimentali del nostro presente.